Gli affreschi di Antegnate: quando entri in una chiesa e non sai cosa aspettarti!

Ho approfittato  del periodo di ferie di mio marito per farmi accompagnare ad Antegnate: finalmente ho fotografato gli affreschi della chiesa parrocchiale e sono molto contenta che ci sia del materiale così interessante praticamente sotto casa. Mi piacerebbe approfondire alcuni elementi, perché mi sa che di ricerche in merito a queste decorazioni quattrocentesche ce ne sono ben poche e, come dice quello, bisogna sempre approfondire ed andare avanti. Ma non è oggi quel giorno! Ho qualche idea, ma finché non sono sicura della sua correttezza o veridicità delle mie ipotesi preferisco volare bassissimo ( se non proprio rasoterra).
Esterno della chiesa di San Michele Arcangelo di Antegnate, esterno. Fonte: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00055/

Come all’interno di un territorio si può parlare una lingua comune con moltissime varietà di accento e di tono, lo stesso si può dire per una storia dell’arte locale molto variegata anche in un contesto territoriale ben delineato: è il caso della provincia di Bergamo, di cui Antegnate fa parte, ma in cui si sviluppa un linguaggio artistico completamente diverso rispetto a quella del capoluogo e del resto della provincia. Il motivo, secondo me, va ricercato nelle motivazioni storiche che hanno fatto in modo che

Antegnate fosse separata dal resto del territorio di Bergamo: come Calcio, Torre Pallavicina e Pumenengo, anche Antegnate si trova a sud del Fosso Bergamasco e questo vuol dire che ha sempre fatto parte, come oggi, della diocesi di Cremona e che un tempo si trovava sotto il controllo politico dei Duchi di Milano, così come Cremona stessa, che ha influenzato gli artisti anonimi che hanno lavorato nella fabbrica di San Michele Arcangelo.La chiesa, così come si presenta esternamente, ha un aspetto neogotico, risultato di diversi rifacimenti nel corso dei secoli; sembrerebbe un edificio privo di interesse ma, se si entra e si dà una rapida occhiata alla navata unica, scandita da pilastri che reggono archi ad ogiva e le tavolette dipinte che compongono il soffitto, si capisce chiaramente che si tratta di una chiesa la cui lunga storia non è stata nascosta da rifacimenti pesanti.

Particolare dell’arco trionfale: l’arcangelo Gabriele porta l’Annuncio alla Vergine

A dir la verità delle trasformazioni ci sono state, ma le ultime campagne di restauro nel secolo appena concluso hanno tentato di riportare l’edificio al suo antico splendore, ritrovando sotto le decorazioni barocche il suo scheletro medievale. Queste sono state realizzate in diversi periodi, ma secondo i compilatori delle schede dei Pittori Bergamaschi (controllate la bibliografia!!!) sono stati realizzati nella seconda metà del Quattrocento. Dicevo all’inizio che anche in un territorio circoscritto si possono trovare diversi tipi di linguaggi artistici: è il caso di questi affreschi, realizzati da autori fortemente influenzati dalla scena artistica cremonese appena precedente.

E dall’altra parte la Vergine annunciata

I relatori hanno evidenziato che gli ignoti autori del ciclo di Antegnate erano di cultura bembesca: per quanto riguarda  le figure di santi realizzati sulle semicolonne e sugli intercolumni  a destra, questi hanno riscontrato molte somiglianze con i Tarocchi realizzati da Bonifacio Bembo a metà del secolo. Stessa somiglianza si trova nell’impostazione figurativa della Deposizione che si trova, sempre a destra verso il presbiterio, all’interno di una nicchia. Questa raffigurazione viene datata dallo storico locale Damiano Muoni, vissuto nell’Ottocento, al 1465, quando la famiglia Casetti, composta da notabili fedeli agli Sforza, finanzia la sua realizzazione. Osservando la Deposizione, è facile il rimando alla Rocca Pallavicina di Monticelli d’Ongina, commissionata dal vescovo di Lodi Carlo Pallavicino. Si presume che ad Antegnate la decorazione della cappella dei Casetti sia stata una sorta di inizio per il rifacimento pittorico di tutta la chiesa, pertanto i compilatori pensano che questa prima fase decorativa vada collocata fra il 1450 e il 1475.

La Deposizione commissionata dalla famiglia Casetti

Gli altri santi collocati sul lato sinistro della chiesa, sempre su colonne e intercolumni, rispondono allo stesso modo ad esigenze di carattere votivo: lo dimostra addirittura la didascalia sotto San Lucio, patrono dei casari, intento a distribuire fette di cacio ai bisognosi. Anche in questo caso l’ignoto autore è di formazione bembesca, ma al posto di guardare a Bonifacio si rivolge alla bottega bembesca presente a Brescia, composta da Giovanni e il figlio Andrea. La ricerca di spazialità all’interno dei riquadri dove sono collocati i santi ricorda espedienti analoghi utilizzati dai due autori negli affreschi della chiesa di Santa Maria del Carmine a Brescia e datati 1442. Le decorazioni di Antegnate vengono collocate circa un trentennio dopo, negli anni Ottanta del Quattrocento.In conclusione vorrei parlare anche dell’Annunciazione che si trova, incompleta, sul frontone: nella parte centrale doveva essere collocato un Eterno ma che, purtroppo, non ci è giunto. L’affresco, composto dalla Vergine annunciata a destra e dall’arcangelo Gabriele a sinistra, è stato riscoperto negli anni Cinquanta del Novecento ed è da considerarsi come quello più prossimo a noi cronologicamente: stilisticamente parlando, l’autore della scheda fa notare l’attenzione alla prospettiva e allo spazio architettonico tutta rinascimentale ma con dettagli legati ancora alla cultura gotica che mette in secondo piano i veri protagonisti della scena raccontata. Osservando lo spazio, si capisce che l’autore è aggiornato su quanto si è sviluppato a Milano dopo la venuta di Bramante ( in città nel 1477), ma rimane ancora legato a stilemi bembeschi per quanto riguarda i volti dei personaggi. La decorazione del frontone è collocata negli anni Novanta del Quattrocento e Muoni riferisce addirittura una datazione precisa, il 1494, che ai suoi tempi era possibile leggere sopra l’ingresso e riferibile ad una nuova consacrazione ( e decorazione?) dell’edificio.

Bibliografia
  • I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo. Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo. Il Quattrocento, tomo I, Bergamo, Edizioni Bolis, 1986, pp. 91-92, 93-95.
  • I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo. Raccolta di studi a cura della Banca Popolare di Bergamo. Il Quattrocento, tomo II, Bergamo, Edizioni Bolis, 1994, pp.550-551.
  • Conti, Giuseppe, Tracce di storia antegnatese, in Quaderni di storia antegnatese. Storia, arte e curiosità, autori vari, Comune di Antegnate, volume 1, 2007, pp. 35-85.

4 Risposte a “Gli affreschi di Antegnate: quando entri in una chiesa e non sai cosa aspettarti!”

  1. Felice di essere approdata in questo interessantissimo blog. Ricco di passione, di esperienze, ben documentato, riguardo al mondo dell'Arte.

  2. A parte il " mi sono approfittata del periodo di ferie" che proprio non si puó leggere… bell'articolo molto interessante. Sono stato ad Antigliate ma ho trovato chiusa la chiesa. Ci torneró. Luca

  3. Strano, mi pare sia sempre aperta! Io c'ero andata durante la settimana. Comunque provi la domenica, ci sono più possibilità. Il paese è Antegnate, non Antigliate, a presto!!!

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