Il ciclo della Passione di Fermo Stella da Caravaggio

Accendere il televisore per guardare il telegiornale è deprimente in questi ultimi giorni: le elezioni presidenziali americane, l’Isis e la guerra in Siria, il terremoto in Centro Italia. Parlando di quest’ultimo, in mezzo a tanta disperazione, secondo me è già una buona cosa che non ci siano state delle morti come in occasione del terremoto di fine agosto o quelli che si sono susseguiti negli anni precedenti, ma certo è che la disperazione di chi vive in quei posti è grande, deve essere terribile vedere la propria vita andare in pezzi in un istante. Lasciando stare queste ovvietà, un’altra cosa tremenda è vedere il nostro patrimonio artistico andare in pezzi: chiese con affreschi quattrocenteschi persi forse per sempre, campanili e torri che si sbriciolano, centri storici compromessi in modo irreparabile. Ora, essendo (per fortuna) una persona positiva, vorrei ricordare che dopo il terremoto del 1997 in Umbria mi sembrava che la basilica di San Francesco, appena visitata con la classe, non sarebbe mai tornata ad essere bellissima come la ricordavo ed invece non è stato così: è ancora meravigliosa, anche se ci sono voluti anni di lavoro sovrumano. Perché la basilica di San Benedetto e le altre chiese di Norcia, il centro storico di Amatrice e via discorrendo non dovrebbero seguire lo stesso percorso? Ai posteri l’ardua sentenza.
Il profilo della chiesa di San Bernardino visto dalla strada che prosegue fino al santuario di Santa Maria del Fonte. Da: http://sanbernardinocaravaggio.blogspot.com/2014/

In questi giorni mi sono spesso domandata quale sia del mio territorio il monumento che mi è più caro, o comunque quello che non vorrei mai vedere raso al suolo. Dopo attente riflessioni, sono giunta alla conclusione che vorrei preservare dall’incuria la bellissima chiesa di San Bernardino a Caravaggio. Tutti vanno in questa cittadina della Geradadda per via del santuario, progettato da Pellegrino Tibaldi, ed ignorano completamente che sia la chiesa parrocchiale, dedicata ai santi Fermo e Rustico, sia la chiesa di San Bernardino, sono dei tesori da conoscere. Lasciando per ora in sospeso la parrocchiale, la chiesa di San Bernardino si trova fuori dal centro una volta murato; annessa al convento dei frati Minori Osservanti, è stata costruita nel 1472, vent’anni dopo la morte di san Bernardino da Siena, che aveva pacificato le comunità di Treviglio e Caravaggio, spesso in lotta fra loro. La chiesa ha un impianto architettonico particolare, molto simile alla chiesa di Santa Maria degli Angeli di Lugano o all’Incoronata di Martinengo, costruite più o meno negli stessi anni sempre per i Francescani: all’aula unica, sul lato sinistro, entrando, si aprono tre cappelle laterali che contengono alcune delle testimonianze pittoriche più antiche di Caravaggio; dalla parte opposta invece non abbiamo aperture, perché quel muro era confinante con il convento dei frati, ancora oggi esistente e ospitante la biblioteca comunale.

Interno della chiesa di San Bernardino: in primo piano il tramezzo con gli affreschi di Fermo Stella. A sinistra si intravedono le cappelle laterali. Fonte: http://sanbernardinocaravaggio.blogspot.com/2014/

L’aula pubblica è divisa dal santuario da un tramezzo completamente affrescato e accanto al piccolo corridoio che porta al presbiterio ci sono due cappelle, frontali rispetto ai fedeli. Gli affreschi e le decorazioni sono stati realizzati in tempi differenti, partendo dalla fine del Quattrocento al Settecento. La parte che a me piace di più è la decorazione del tramezzo che raffigura la Passione di Cristo, realizzata nel 1531 dal pittore caravaggino Fermo Stella. Vissuto nella prima metà del Cinquecento, l’autore è stato allievo di Gaudenzio Ferrari e la sua attività è registrata specialmente in Valtellina, dove realizza cicli sacri e profani. Nel suo territorio natale non è attivo, se non si considera il muro divisorio di San Bernardino; si è pensato che il pittore sia stato presente nel cantiere caravaggino perché tutta la cittadinanza si è sentita in dovere di partecipare all’erezione e alla decorazione del tempio bernardiniano. Se nei cicli realizzati a Teglio (nel presbiterio dell’oratorio di San Lorenzo, 1528) o a Ponte in Valtellina (Oratorio dei Disciplini), per fare degli esempi, l’influenza del maestro Gaudenzio Ferrari è notevole, nel ciclo della Passione di Caravaggio è sì evidente, ma affiancata anche dalla suggestione causata da un altro grande maestro che vive e lavora nello stesso periodo, Romanino, conosciuto grazie alla mediazione di un altro caravaggino “espatriato”, Francesco Prata, attivo nello stesso frangente nella chiesa parrocchiale. Non è questa la sede per dilungarsi in analisi critico-stilistiche, però è secondo me molto interessante come in un luogo provinciale come Caravaggio si siano potuti mescolare linguaggi artistici differenti come quello valsesiano e quello bresciano e concretizzarsi nell’unica figura di Fermo Stella, che cita il suo maestro nella Crocefissione e si rifà al Bresciano per quanto riguarda l’abbigliamento e le pose dei personaggi della Passione.

Il ciclo di Fermo Stella, datato 1531: evidente lo sguardo dell’autore all’opera del maestro Gaudenzio Ferrari e la conoscenza del linguaggio di Romanino, attivo in quel periodo a Trento e a Brescia. Fonte: http://sanbernardinocaravaggio.blogspot.com/2014/

Concludo, come sempre, suggerendo una visita: la chiesa è proprio sul viale che collega il santuario al centro ed è ben riconoscibile per via della sua facciata a capanna con mattone a vista e piccolo protiro addossato all’ingresso.

Bibliografia. 

  • Pittura a Caravaggio : avvenimenti figurativi in una terra di confine, a cura di Silvia Muzzin e Alessandra Civai ; presentazione di Carla Enrica Spantigati ; saggi di Laura Paola Gnaccolini, Amalia Pacia, Giovanni Valagussa,Credito Cooperativo di Caravaggio, 2007.
  • Facchinetti, Simone, Fermo Stella da Caravaggio, Credito Cooperativo di Caravaggio, Litostampa Istituto Stampa, Bergamo, 2008.