Istantanee dal passato!

Mi è sempre piaciuto pensare a certi dipinti come a delle istantanee sul passato: le gorgiere tanto di moda fra Cinquecento e Seicento, le pellicce, i gioielli. Se si guarda con attenzione, a volte i dipinti possono anche essere delle fotografie sul passato di un luogo: esistono moltissimi quadri che rappresentano un determinato posto in un preciso momento storico e, spesso, possono essere utili per capire come una località è stata trasformata dal tempo e dagli uomini.
San Defendente appare a Tolotto da Stezzano, Aurelio Gatti, 1590, basilica di San Defendente, Romano di Lombardia, Bergamo.
A Romano esistono diversi dipinti in cui si può vedere il borgo ancora cinto dalle mura demolite nel XIX secolo: nella basilica di San Defendente Aurelio Gatti realizza la tela per l’altare maggiore in cui ci viene raccontata l’apparizione del santo a Tolotto da Stezzano. Nell’opera, datata 1590, il pittore rappresenta sullo sfondo all’evento miracoloso il borgo ancora cinto da mura. Fa bella mostra di sé la rocca, uno degli elementi che più caratterizzano l’identità del centro.
A pochi metri di distanza sia fisicamente sia cronologicamente, nella chiesa parrocchiale, si può ammirare la pala commissionata dai fratelli Bernardino e Agostino Agazzi per l’altare (ora demolito) dedicato ai santi Marco e Francesco. Il dipinto, realizzato prima del 1620 da Jacopo Palma il Giovane, rappresenta l’Immacolata Concezione: nella parte centrale, affiancata dai santi dedicatari dell’altare, è facile riconoscere la Vergine Maria avvolta in una mandorla di luce; nella parte alta fanno capolino attraverso schiere di cherubini Dio Padre e la colomba dello Spirito Santo. Nella parte più bassa della composizione ecco i due committenti in atto di preghiera e uno scorcio della città a cui erano molto legati, sebbene vivessero a Venezia, dove avevano importanti attività commerciali.
La Vergine intercede presso la Trinità per le anime purganti, Giuseppe Brina, inizio XVIII secolo, chiesa di San Rocco, Romano di Lombardia, Bergamo.
Concludo questa piccolissima carrellata con un dipinto difficile da vedere, perché conservato in una delle chiese campestri di Romano, quella dedicata a san Rocco. Il piccolo edificio si trova in una posizione defilata rispetto alla città ed era stato costruito su un terreno acquistato dalla comunità romanese nel 1503. La chiesa risale agli anni della Peste Manzoniana e accanto si trovava uno dei cimiteri realizzati appositamente per la grande pestilenza. Appunto per indicare la funzione del luogo, sulla facciata, protetti da un portichetto, sono visibili teschi e scheletri, elementi che rimandano alle Danze Macabre del Quattrocento. All’interno dell’aula unica ecco sull’altare il dipinto, di cui ho parlato nella mia tesi di laurea e che ho attribuito al pittore Giuseppe Brina, attivo a Romano anche nel santuario della Madonna della Fontana. Nel dipinto, la parte centrale è occupata dalla Vergine che, con i santi Rocco e Defendente, intercede presso la Trinità per le anime purganti. Fra le nubi, in basso alla sinistra dello spettatore, Romano, cinta da mura, da cui partono i carri carichi di cadaveri pronti per essere sepolti. Ho datato il dipinto all’inizio del Settecento e, per chi volesse approfondire, in bibliografia suggerisco delle letture per farsi un’idea su questo autore poco conosciuto.
E voi, che dite? Nella vostra chiesa parrocchiale o nel vostro museo cittadino avete un’istantanea dal passato sulla vostra città?
Bibliografia.

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  • Lilliu, Roberta, Una tela ritrovata per Giuseppe Brina, in Quaderni della Geradadda, collana di studi di vita e cultura della Geradadda, seconda serie, numero 19, edizioni della Cassa Rurale Artigiana di Treviglio, Banca di Credito Cooperativo, tipografia Tipolito CFV, Treviglio, 2013, pp.183-195.
  • Itinerari tra arte e storia del borgo di Romano, a cura di Bruno Cassinelli e Maria CristinaRodeschini, Comune di Romano di Lombardia, Banca di Credito Cooperativo di Calcio e Covo, tipografia Press 3, 1999, pp. 31, 39, 58.
  • Zanardi, Margherita, Giuseppe Brina, in I pittori bergmaschi dal XIII al XIX secolo. Il Settecento, volume II, a cura della Banca Popolare di Bergamo, Bergamo, Poligrafiche Bolis, 1982, pp. 293-349.