L’antica Melocium e i suoi segreti ancora da scoprire

Nei post precedenti mi sono sempre concentrata su luoghi abbastanza vicini alla mia città, spesso in provincia di Bergamo, a volte in provincia di Brescia e Cremona; quest’anno vorrei cominciare segnalando a voi turisti casuali la rocca e la pieve di Minozzo, frazione del comune di Villa Minozzo, in provincia di Reggio Emilia.

La Rocca di Minozzo

Abbarbicato sull’Appennino reggiano, la frazione di Minozzo è una delle tante, insieme alle diverse borgate, che compongono il comune di Villa Minozzo. Melocium, come viene ricordata nelle fonti, viene menzionata per la prima volta nel 980 in un documento che attesta la presenza di una curtis e di una pieve nelle disponibilità del vescovo di Reggio Emilia. La rocca, probabilmente una delle tante costruite a controllo delle vallate circostanti, si presume sia stata in parte edificata durante l’età del bronzo. La fortificazione, eretta nel punto più alto della frazione, era circondata da una doppia cerchia muraria che la rendeva inespugnabile e all’interno di questa difesa si svolgeva la vita del borgo.

Oltre alle abitazioni dei cittadini si trovavano anche strutture difensive, come un dongione, e c’era anche l’abitazione del podestà. Inoltre, come spesso accade per questi recinti fortificati, al suo interno sorgeva la chiesa plebana, una struttura molto semplice che, dopo essere stata distrutta a causa di una frana, è stata sostituita dall’attuale pieve dedicata alla Vergine Assunta. La pieve seicentesca venne costruita in un altro luogo a partire dal 1612 e terminata in soli sei anni. Nei secoli successivi si sono susseguiti ampliamenti e modifiche che hanno contribuito a renderla il gioiello che possiamo vedere oggi.

La pieve di Santa Maria Assunta

Minozzo seguì le sorti del comune di Reggio, cui aveva giurato fedeltà nel XIII secolo, una volta uscito dalle proprietà vescovili. Dopo essere stata teatro di lotte per il dominio del territorio fra diversi signori, nel XV secolo la situazione politica si pacificò poiché gli Estensi avevano annesso alla loro signoria Reggio Emilia e a Minozzo venne assegnato un podestà.

Nel 1920 ci fu una fortissima scossa di terremoto che distrusse quanto rimaneva della torre della rocca e fece collassare definitivamente il borgo. Solamente a partire dagli anni Novanta del Novecento si cominciò una campagna di scavi, durata vent’anni, che aveva lo scopo di riportare alla luce i segreti dell’antica Melocium. Il sito è visitabile grazie a un gruppo di volontari , gli Amici della Rocca di Minozzo, guidati dalla signora Chiara Guidarini, che ringrazio per le informazioni qui riportate, e per prenotare una visita bisogna contattare il numero 0522/801122. Le fotografie utilizzate in questo post vengono dalla pagina facebook Amici della Rocca di Minozzo.

L’interno della pieve

Pubblicato da Roberta Lilliu

Il Vademecum del turista casuale nasce da un' idea di Roberta Lilliu, storica dell'arte. Dopo aver concluso i suoi studi e avendo constatato che quello che la incuriosiva era ancora tantissimo, ha deciso di continuare a studiare in modo irregolare. Attualmente collabora con la Proloco di Soncino e la Terza Università della CGIL di Bergamo, ha collaborato con il Castello di Malpaga e la rivista Valle dell'Oglio Magazine