Storia dell’antica pieve di San Lorenzo in Ghisalba

 

Chiesa di San Lorenzo, Ghisalba.

Quando si entra nel centro storico di Ghisalba, non si può che rimanere impressionati dall’architettura neoclassica della chiesa di San Lorenzo: costruita su disegno dell’architetto Luigi Cagnola, è un edificio che nelle forme ricorda il Pantheon, passando dal Tempio di  Antonio Canova a Possagno. Secondo me la grandiosità di questo edificio è voluta per ricordare l’importanza dell’antica pieve di San Lorenzo, una delle più antiche della diocesi di Bergamo. L’antica fabbrica, demolita nel 1821, era il risultato del rifacimento di un’ altra chiesa, distrutta nel 1398 dai Ghibellini che invasero Ghisalba.

Andiamo con ordine però, partendo proprio dal toponimo: Ghisalba in passato era conosciuta come Ecclesia Alba, chiesa bianca, per via, probabilmente, delle mura dell’edificio intonacate, anche se un’altra interpretazione fa ricondurre il colore bianco a quello delle vesti dei neobattezzati. Il toponimo cambia in un documento dell’843, dove il paese è chiamato Glesialba, ma il legame con la pieve è ancora molto evidente. Questa era stata costruita sulle rovine di un tempietto dedicato a Giove e la fondazione della chiesa si fa risalire al V – VI secolo, visto che nella città di Bergamo il Cristianesimo era giunto solamente nel IV secolo.

Mappa di Ghisalba del XVII secolo conservata nell’Archivio
Parrocchiale di Ghisalba: si possono notare le mura che
circondavano la pieve e il ponte levatoio che permetteva
l’accesso

La pieve di San Lorenzo, in epoca medievale, era cinta da mura e da fossato e per accedervi era necessario passare da un ponte levatoio. La prima fabbrica, orientata, era divisa in tre navate ed ogni nave era conclusa da un’abside; questo edificio non risulta distrutto quando i Milanesi attaccarono il paese nel 1198 , distruggendo le mura e il castello, ma non si salvò due secoli dopo, quando i Ghibellini misero a ferro e fuoco il paese. La chiesa venne ricostruita e di questo nuovo edificio, che mantenne le vecchie mura perimetrali, abbiamo la descrizione: una navata unica, solamente la zona presbiteriale era voltata mentre il resto della fabbrica aveva una copertura lignea, tre ingressi in facciata. Sul lato meridionale, all’esterno, si trovava il cimitero, mentre la sagrestia era stata costruita nel Seicento. Nel 1821 l’edificio fu abbattuto e quello nuovo, a pianta centrale, è anticipato da un pronao di quattordici colonne che reggono un timpano triangolare, L’interno è una vasta aula circolare illuminata da un loculo. Interessante la pala realizzata da Giovan Paolo Cavagna, una Madonna del Rosario con i santi Defendente e Amando, leggendario conte di Ghisalba e fondatore dell’antica pieve.

Madonna del Rosario
con i santi Defendente e
Amando
, Giovan Paolo Cavagna, 1619

Dietro la chiesa si possono ancora intravedere lacerti delle mura difensive del paese.
Nel precedente intervento avevo spiegato che le pievi erano, insieme alle abbazie e ai castelli, i centri catalizzatori delle campagne e, nel caso della pieve di San Lorenzo di Ghisalba, la sua amministrazione era davvero estesa: tutta la zona meridionale della diocesi fino al Fosso Bergamasco era sotto la sua giurisdizione, la parte orientale fino a Cividate al Piano e verso ovest fino a Spirano; il confine settentrionale era costituito dal paese di Bagnatica. Solamente nel XIII secolo iniziò il declino di questo tipo di organizzazione territoriale, perché le varie cappelle rurali, ormai provviste di fonti battesimali, facevano riferimento direttamente alla città sede del vescovo.
Se siete appassionati dell’architettura neoclassica, Ghisalba è una tappa fondamentale della Bassa: a poca distanza, saltando il Serio, nella cittadina di Urgnano è visibile un’altra opera del Cagnola, il campanile della parrocchiale, un gioiello! Da non lasciarselo scappare!!!

Bibliografia.

 

  • La pieve di San Lorenzo in Ghisalba, volume I, a cura di Riccardo Caproni, Comune di Ghisalba, studio pubblicitario Il Creativo, Ghisalba (Bergamo), 2003, pp. 5-26.