La chiesa avvolta nella nebbia: Santa Maria in Bressanoro

Il turista casuale ricorda che la prima volta che si recò a Castelleone, c’era un nebbione pauroso: non si vedeva ad un metro di distanza e, a pensarci bene, non era stata proprio un’idea geniale muoversi nella Bassa cremonese a metà novembre. Castelleone sembrava però una località interessante e di sicuro c’era qualcosa di carino da vedere ed infatti qualcosa c’era, anche se non era pienamente godibile a causa delle avverse condizioni metereologiche. Il turista casuale non immaginava di trovarsi davanti, proprio all’inizio del territorio comunale, un edificio così particolare come la chiesa di Santa Maria in Bressanoro: una chiesa che nel buio e nella nebbia sembrava severa e imponente e che all’interno nascondeva di sicuro qualcosa di affascinante, ma che in quelle condizioni non era possibile visitare. Il turista casuale decise di mollare la presa, con l’idea di tornare in quel luogo.

La chiesa di Santa Maria in Bressanoro

Andarci all’inizio di questo autunno sì invece che è stata un’idea azzeccatissima! La chiesa, posta in un luogo poco lontano dal centro abitato, si trova in quella che un tempo era la corte di Bressanoro, documentata già nel IX secolo. Si tratta di una struttura particolare, se si pensa al suo contesto geografico e cronologico: datata fra il 1466 e il 1470, sorge nel luogo in cui in precedenza si trovavano due oratori più antichi, uno dedicato a san Lorenzo ed uno alla Vergine, quest’ultimo probabilmente di origine longobarda. Di queste due chiese rimane solo la memoria documentaria e nulla più, ma già permette di capire quanto fosse importante questo posto sulle vie di collegamento esistenti, in quanto Bressanoro risulta collocata a metà strada fra Bergamo e Cremona e Brescia e Milano.

La chiesa di Santa Maria ha una pianta a croce greca, con alto tiburio all’incrocio dei bracci e delle cupolette su questi ultimi; l’anonimo architetto che ha progettato l’edificio sembra essere aggiornato sui nuovi modelli rinascimentali che arrivano nel XV secolo a Milano e li propone qui, in questo luogo di provincia. Il dettaglio interessante, come sottolinea Giancarlo Pandini nella sua trattazione, è che nonostante l’aggiornamento architettonico ci sia ancora un forte legame con la tradizione del gotico lombardo, che vede l’impiego del mattone a vista. Ci sono elementi decorativi in terracotta, sia sulle pareti esterne e interne della chiesa, sia sul portale, seminascosto dal pronao costruito in un momento successivo e che sembra alterare l’aspetto della chiesa.

Il portale, costituito da cinque fasce in terracotta, permette di attribuire le decorazioni fittili al figulo Rinaldo De Staulis, attivo anche a Cremona, a Pavia e a Soncino: su queste fasce si ritrovano le foglie d’acanto e i tortiglioni, oltre che, nella fascia centrale, tralci di vite e grappoli d’uva, oltre che il motto degli Sforza, finanziatori dell’edificio.

Particolare del portale d’ingresso: è leggibile il motto sforzesco A BON DROIT- SEMPER DROIT. Fonte:https://turismocrema.it/luoghi_limitrofi/santa-maria-bressanoro/

La tradizione narra che Bianca Maria avesse fatto un voto per la guarigione della figlia Ippolita e che avesse per questo motivo fatto costruire la chiesa, a cui era affiancato un convento di frati francescani retto dal beato Amadeo Menez de Sylva, soppresso poi all’inizio del XIX secolo. Altri indizi che attestano la committenza dei Duchi di Milano si ritrovano all’interno della chiesa, un vero e proprio scrigno iconografico: nella parte centrale del corpo di fabbrica, si susseguono le Storie della vita di Cristo ed alcuni riquadri mantengono le didascalie sottostanti di chiaro gusto gotico. Il visitatore, entrando, trova davanti a sé il grande riquadro della Crocifissione, realizzato da un autore più raffinato rispetto alle maestranze che hanno affrescato le altre parti di gusto popolaresco. Nella Crocifissione si rimanda alla cultura del gotico cortese, ancora fortemente radicata alla corte sforzesca. E’ qui che sono visibili i committenti, evidentemente anche del ciclo pittorico: sulla sinistra è possibili infatti riconoscere nel gruppo di donne Bianca Maria con la figlia Ippolita, mentre a destra, a cavallo, Francesco Sforza e in piedi sotto la bandiera Ludovico il Moro.

La Crocifissione. Fonte: http://www.mondopadano.it/stories/attualita/9025_quelle_fonti_ritrovate/#.YdMi7-rSJw0

Come si diceva prima, la decorazione fittile caratterizza sia l’esterno che l’interno della chiesa: osservando con attenzione il corpo centrale è possibile notare la fascia composta da angeli oranti che corre lungo tutto il perimetro del vano e anche sugli archi che permettono di accedere ai quattro bracci della chiesa. Inoltre nei pennacchi di tutte le cupole sono presenti delle edicole che contengono degli angeli a tutto tondo, sempre in cotto: un tempo erano sedici. Sull’arco che permette di accedere al presbiterio ecco la rappresentazione in terracotta della Vergine con il Bambino in atteggiamento amorevole, l’apoteosi della decorazione di cui si è appena detto.

Fascia in terracotta
Fascia decorativa in terracotta

Il coro risulta essere stato realizzato nel XVI secolo e anche la decorazione delle cappelle laterali viene realizzata in momenti successivi: si fanno i nomi di Giuseppe Pesenti detto il Sabbioneta per le Storie della Vergine nell’omonima cappella e di Vincenzo Mojetta, figlio del caravaggino Nicola, per la decorazione della cappella dello Spirito Santo.

Per approfondire

Giancarlo Pandini: Chiesa di Santa Maria in Bressanoro – Edizioni Arti Grafiche 2000

Pubblicato da Roberta Lilliu

Il Vademecum del turista casuale nasce da un' idea di Roberta Lilliu, storica dell'arte. Dopo aver concluso i suoi studi e avendo constatato che quello che la incuriosiva era ancora tantissimo, ha deciso di continuare a studiare in modo irregolare. Attualmente collabora con la Proloco di Soncino e la Terza Università della CGIL di Bergamo, ha collaborato con il Castello di Malpaga e la rivista Valle dell'Oglio Magazine