Sono tanti i libri che il Turista casuale ha dovuto studiare durante gli anni dell’università: alcuni sono stati dei veri e propri “mattoni” di difficile comprensione e che, di conseguenza, si sono resi poco amabili, ma ce ne sono altrettanti che si sono resi quasi venerabili e che ancora adesso, dopo tanti anni, si rileggono con piacere, anche perché non finiscono mai di dare qualche nozione in più, magari passata inosservata in precedenza.
Questo discorso si può applicare a questo volumetto scritto dal professor Antonio Pinelli nel 1993: La bella Maniera, come suggerisce il titolo, ha come argomento di studio il Manierismo, considerato uno dei momenti più importanti per lo sviluppo artistico italiano ed europeo.
Nel saggio l’autore parte dal classicismo cinquecentesco e dalle inquietudini stilistiche e formali che l’hanno messo in discussione: molto interessante è il primo capitolo che ha come oggetto di studio il Pontormo, pittore fiorentino formatosi nei primi anni del Cinquecento a bottega da Piero di Cosimo, Andrea del Sarto e altri (questo curriculum è stato riportato da Giorgio Vasari nelle sue Vite) e che poi mette in discussione quanto appreso, abbandonando i vecchi modelli per provare nuove sperimentazioni e innovazioni, in chiave decisamente anti-classiche.
Ed è da qui che Pinelli prosegue indicando le varie definizioni che vengono date al sostantivo maniera: prendendo sempre in considerazione le Vite, viene riportato cosa intende l’autore. La maniera di una determinata area geografica, una maniera cronologica e la maniera in quanto tale, sprovvista di ulteriori aggettivazioni, che diventa il perno dell’analisi artistica di Vasari. La Maniera è artificiosa, non tende alla riproduzione della realtà in modo oggettivo ma al superamento di questa in chiave soggettiva.
È difficile sintetizzare oltre questo libro interessantissimo: il suggerimento che il Turista casuale si sente di dare è di recuperarlo e di leggerlo!
Se vuoi rimanere informato sulle novità del Turista casuale iscriviti alla newsletter!