Palazzolo sull’Oglio è una cittadina molto interessante, che vale la pena davvero di una visita: divisa a metà dal fiume Oglio che la attraversa, la sponda un tempo bergamasca ospita l’antico abitato di Mura, ceduta ai Bresciani dopo la Battaglia della Malamorte che vide questi ultimi vittoriosi. Ma il Turista casuale, con questo breve post, non vuole parlarvi di avvenimenti accaduti nel 1192, anzi! Il salto nel tempo che si vuole fare è notevole, perché si vuole raccontare di un polittico molto bello, conservato attualmente nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
La chiesa parrocchiale, molto grande, viene edificata nel XVIII secolo e, come spesso accade, conserva al suo interno opere più antiche, come un dipinto di Grazio Cossali, pittore attivo nel XVII secolo che il Turista casuale ha già incontrato ad Orzivecchi. L’opera però che di sicuro attira di più l’attenzione è quella collocata sopra l’altare maggiore: in provincia è davvero raro trovare questo tipo di composizioni e il polittico realizzato da Vincenzo Civerchio è davvero una rarità.
Vincenzo Civerchio era nato a Crema nel 1470 circa, ma negli anni Novanta del secolo lo si trova già a Brescia, dove si presume un alunnato presso la bottega di Vincenzo Foppa. Il cremasco era localissimo anche nel linguaggio: all’inizio della sua attività mostra nelle sue opere una forte influenza esercitata su di lui dai trevigliesi Zenale e Butinone, molto attivi a Milano (Zenale lo troviamo anche a Brescia nel 1510, dove realizza una bellissima Deposizione per la cappella del Santissimo Sacramento nella chiesa di San Giovanni Evangelista). Dopo il suo trasferimento a Brescia, il suo stile si arricchisce di rimandi alla cultura figurativa non solo locale ma anche veneta: il colorismo accentuato, derivato da Giorgione ma conosciuto attraverso Romanino, si mescola a rimandi iconografici nordici conosciuti grazie alle stampe e alla matrice chiaroscurale di estrazione lombarda. Il polittico di Palazzolo era stato collocato inizialmente nella pieve di San Fedele ed è stato risistemato nella nuova parrocchiale nel XIX secolo: questo trasferimento ha danneggiato la primitiva cornice, che è stata sostituita con una soasa lignea dorata. Nello scompartimento principale è collocata una Madonna con Bambino: osservando questa pittura è evidente che il maestro abbandona le influenze prettamente lombarde per quelle più venete. I colori sono forti e la composizione, seppure molto semplificata, sembra rimandare ad una pala purtroppo non sempre visibile, quella realizzata da Lorenzo Lotto per la chiesa bergamasca di San Bernardino datata al 1521.
Negli altri scompartimenti sono collocati dei santi e anche in questo si vede l’influenza, seppur superficiale del Lotto, che nel 1522 realizzò un polittico per la chiesa di San Vincenzo e Sant’Alessandro di Ponteranica: negli scompartimenti inferiori il Lotto preferì uno sfondo paesaggistico di matrice veneta, scelta anche dal Civerchio.
In conclusione, il polittico di Palazzolo rappresenta una sintesi degli stimoli artistici che l’autore riceveva al culmine della sua carriera artistica. Il nostro, successivamente, tornò nella sua città d’origine, dove rappresentò un punto fermo per la formazione di maestranze locali, anche se il suo linguaggio, negli ultimi anni, andava a riproporre stancamente gli stessi modelli.
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