il Turista casuale, oltre ad avere una cotta per il centro storico di Martinengo, come ha detto sul suo Instagram, ha anche una passione per Caravaggio, non il Michelangelo Merisi ma proprio la cittadina della Geradadda. Fra questi post si è parlato della chiesa parrocchiale e si sa che questa località è conosciuta ai più per il famosissimo santuario mariano, costruito in seguito all’apparizione della Vergine a Giannetta de’ Vacchi il 26 maggio 1432. La costruzione attuale è stata realizzata su disegno di Pellegrino Tibaldi ed è molto bella e affascinante. Solo che a Caravaggio non c’è solo questo, non c’è solo la bellissima parrocchiale ma qualcosa in più, un piccolo gioiello soggetto ad un restauro recente e ad una valorizzazione senza precedenti.

Poco distante dal perimetro delle vecchie mura, lungo la strada che porta verso il santuario, sorge la quattrocentesca chiesa di San Bernardino, costruita nel XV secolo dalla comunità di Caravaggio dopo la predicazione di san Bernardino da Siena: il frate toscano, presente in Lombardia nella prima metà del secolo, aveva pacificato le comunità di Caravaggio e Treviglio, in lite per il controllo delle risorgive del territorio e per il conseguente approvigionamento idrico: in seguito alla riconciliazione, in entrambe le località era stato eretto un tempio dedicato al santo, morto nel 1444, e se la chiesa di Treviglio ha subìto delle trasformazioni nel corso dei secoli, a Caravaggio l’aspetto gotico lombardo è stato mantenuto sapientemente.

La pianta dell’edificio è davvero particolare e il Turista casuale l’aveva già incontrata in zona: nella chiesa dell’Incoronata a Martinengo (!) le cappelle laterali si trovano sul lato settentrionale dell’edificio, come in questo caso, perché il muro meridionale confina con il convento che il Colleoni aveva fatto erigere per i Francescani. Lo stesso schema si può osservare a Caravaggio, come si può notare anche il tramezzo, che divide la parte dell’aula destinata ai fedeli da quella destinata ai frati. A Caravaggio il tramezzo è qualcosa di meraviglioso che ci permette di conoscere un altro importante pittore locale, vissuto nella prima metà del XVI secolo: Fermo Stella.

Simone Facchinetti, in Fermo Stella da Caravaggio, riesce a ricostruire la famiglia del pittore: figlio mezzano di Giovanni Francesco Stella, era nato nell’ultimo decennio del XV secolo. Il primo documento in cui è menzionato insieme ai fratelli risale al 1517 e poco dopo questa data Fermo Stella risulta essersi sposato con Chiara Griffoni, madre del figlio Clemente. Fermo Stella era già lontano dal paese natio, infatti nel 1510 dipinge uno stendardo per la famiglia Borromeo ad Arona e torna a Caravaggio solo in occasione della divisione dei beni paterni. Successivamente è documentato in Valtellina, più precisamente a Morbegno, dove lavora con il suo maestro Gaudenzio Ferrari. Dopo il 1530 sono documentati i suoi spostamenti in Piemonte, ma il pittore, verso la fine della sua vita, risulta essere tornato a Caravaggio, dove muore fra il 1563 e il 1564.
Per capire il linguaggio artistico di Fermo Stella, così diverso da quelli locali di Zenale e Butinone attivi nella vicina Treviglio, è necessario tenere conto degli spostamenti e degli incontri che sono stati indicati frettolosamente più sopra. Gaudenzio Ferrari, pittore piemontese morto a Milano nel 1546, lavora a Morbegno a stretto contatto con il nostro e quest’ultimo rimane molto condizionato dallo stile dell’artista piemontese. Nel tramezzo caravaggino, realizzato nel 1531, Fermo Stella semplifica di molto la composizione, rappresentando solamente cinque scene della Passione di Cristo; nella Crocifissione la scena così affollata rimanda a quella analoga rappresentata nel 1513 dal Ferrari nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Varallo, arricchendola con la presentazione del popolino locale, fra cui il Gioppino, famosissima maschera bergamasca. Come si evince dalla lettura della scheda dedicata, questa rappresentazione del volgo ha fatto in modo che alcuni storici dell’arte ritenessero l’affresco opera di Francesco Prata, anche lui originario di Caravaggio. Sarà lo storico locale Pietro Tirloni ad attribuire il ciclo definitivamente allo Stella e questa assegnazione non è più stata messa in discussione.
Per chi volesse visitare la chiesa di San Bernardino deve contattare l’associazione Open Road Caravaggio: andateci, rimarrete affascinati!