Pietro Isabello e il Rinascimento: una panoramica generale

 

Quando si pensa agli architetti rinascimentali che hanno svolto la loro attività a Bergamo, il pensiero va ad artisti di ambito culturale milanese, come il Filarete, ingaggiato per la ristrutturazione della cattedrale di San Vincenzo, o Giovanni Antonio Amadeo, che ha lasciato come testimonianza del suo passaggio la meravigliosa Cappella Colleoni, costruita dopo aver smantellato una delle piccole absidi di Santa Maria Maggiore, a cui è addossata.

Esiste però una personalità importante, che ha lasciato in città diverse testimonianze del suo lavoro: Pietro Isabello. Questo architetto, a lungo confuso nelle fonti con Pietro Cleri, ha saputo, nel corso della prima metà del Cinquecento, aggiudicarsi alcune delle committenze più importanti di Bergamo, come la ristrutturazione della chiesa di Santo Spirito. Figlio di Ambrogio Usubellis de la Brenta, commerciante di vino proveniente da Lecco e trasferitosi in Borgo San Leonardo a Bergamo, Pietro nasce negli anni Ottanta del XV secolo e porta il nome del nonno, anch’esso commerciante. Durante gli anni iniziali della sua attività, ha avuto modo di collaborare e di instaurare un rapporto di amicizia con il magister Petrus Fustinonibus de Clero, il famoso Pietro Cleri di cui si è detto sopra, artigiano con cui l’Isabello lavora all’inizio della sua carriera. Probabilmente a causa della fama dell’amico, l’Isabello adotta il cognome del socio, in modo da essere meglio identificato in ambito professionale, e, dopo aver raggiunto un discreto successo, questo “secondo nome” verrà abbandonato.

Chiesa di Santo Spirito, Bergamo. Fonte: http://www.lombardiabeniculturali.it

L’esordio architettonico di Pietro Isabello è noto solamente attraverso le fonti, perché la chiesa di San Gottardo nella vicinia di Santa Grata inter vites non esiste più: siamo nel 1506 e a distanza di brevissimo tempo il nostro è impegnato nella ristrutturazione della chiesa di San Benedetto e del vicino monastero in via Sant’Alessandro. Fra il  1510 e il 1520 le fonti ci informano che l’Isabello si trova sul cantiere di Santo Spirito, edificio che da gotico i Canonici Lateranensi vogliono trasformare in rinascimentale. Il restauro prevede la costruzione di cappelle laterali e l’Isabello inizia ad erigere queste ultime partendo dal lato destro. Il cantiere proseguirà per diverso tempo fra alti e bassi, dovuti alla precaria condizione politica in cui Bergamo si trova all’inizio del XVI secolo e alla mancanza di fondi. La prima cappella ad essere edificata e a costituire il prototipo per tutte le altre è la terza a destra, concessa alla famiglia Cassotti, che in seguito commissionerà all’architetto anche la propria dimora in Borgo Pignolo.

A testimonianza del suo successo personale, Pietro Isabello sarà incaricato dalla Magnifica Comunità di Bergamo di ripristinare il semidistrutto Palazzo della Ragione, bruciato nel 1513, della riorganizzazione del nuovo polo commerciale addossato alla Cittadella viscontea (l’odierna Piazza Mascheroni, allora conosciuta come Piazza Nuova) e della costruzione dell’Hospitale Grande di San Marco, presso il Prato di Sant’Alessandro, che riuniva gli undici ospedali della città, carenti da un punto di vista igienico-sanitario, perché istituiti in edifici nati per altri scopi.

Chiostro dell’abbazia di San Paolo d’Argon. Fonte: http://www.abbaziasanpaolodargon.it

Anche al di fuori della città il nostro architetto è richiesto: lo troviamo a Pontida, dove realizza i due chiostri del convento, a San Paolo d’Argon per un’attività simile, ad Alzano, per la ristrutturazione della chiesa di San Pietro Martire, e ad Orzinuovi, in provincia di Brescia, dove sostituisce l’ingegnere Agostino da Castello, impegnato altrove, per occuparsi delle fortificazioni della città allora posta sul confine dell’Oglio. Non è la prima volta che l’Isabello è impegnato in un lavoro simile: già in precedenza era stato occupato insieme ad Antonio Agliardi di stilare un resoconto sulle fortificazioni della Città Bassa allorché i venti di guerra si stavano avvicinando a Bergamo, e in quel frangente aveva avuto la possibilità di conoscere il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere, capitano delle truppe venete, che poi lo richiederà a Orzinuovi.

Mi rendo conto di aver fornito solamente un elenco di lavori eseguiti; sarà mia premura nei prossimi post occuparmi più specificatamente dell’opera di questo importantissimo autore.

 

Per approfondire.

  • Caciagli, Mario, Pietro Cleri Isabello detto Abano, architetto bergamasco del Cinquecento, tesi di laurea, relatore professor Pierluigi De Vecchi, Università degli Studi di Milano, anno accademico 1989-1990.

Pubblicato da Roberta Lilliu

Il Vademecum del turista casuale nasce da un' idea di Roberta Lilliu, storica dell'arte. Dopo aver concluso i suoi studi e avendo constatato che quello che la incuriosiva era ancora tantissimo, ha deciso di continuare a studiare in modo irregolare. Attualmente collabora con la Proloco di Soncino e la Terza Università della CGIL di Bergamo, ha collaborato con il Castello di Malpaga e la rivista Valle dell'Oglio Magazine