Il turista casuale intervista: Raffaella Poltronieri, il Malosso e la sua bottega

Nel 2019, per l’editore Scalpendi, è stata pubblicata una monografia molto interessante che ha come oggetto di studio un pittore importante per capire lo sviluppo del linguaggio artistico della città di Cremona ma che, purtroppo, risulta sconosciuto ai più: Giovan Battista Trotti detto Malosso. L’autore, nato nel 1555 e morto nel 1619, ha goduto di prestigio durante la sua vita e sembra proprio strano che ad un certo punto la critica abbia smesso di interessarsi alla sua opera, tanto che a parte una precedente monografia, questo pittore non era stato più studiato. L’ha riscoperto per noi la storica dell’arte Raffaella Poltronieri, che delinea la figura di questo artista in questa piccola intervista.

Il Malosso e la sua bottega

Chi è Malosso? Perché questo interesse verso l’opera di questo pittore conosciuto specialmente agli addetti ai lavori?

Malosso è stato un artista cremonese molto apprezzato durante la sua vita ma poco valorizzato nei secoli successivi, tanto da essere ormai da tempo considerato un artista di poco conto. In realtà non è stato solo un pittore, ma un artifex perché ha realizzato anche progetti architettonici, progetti di giardini, apparati effimeri, arredi sacri, decorazioni per banchetti… Per questo è stato chiamato da Ranuccio Farnese a Parma come pittore di corte nel 1604: era eclettico e molto produttivo, motivo per cui ha avuto tantissimi committenti, sia laici che religiosi. Era ed è ancora oggi famoso soprattutto per le sue pale d’altare, ma fu anche ritrattista e frescante, quindi ci ha lasciato un considerevole numero di opere, tutte molte riconoscibili grazie ad uno stile sempre coerente nonostante si sia evoluto nel tempo grazie agli influssi provenienti da altre zone d’Italia e dal nord Europa.

Puoi spiegare qual è l’ambiente culturale in cui si sviluppa l’opera del pittore, le sue relazioni con altri importanti autori del periodo?

La prima formazione del Malosso avviene con Bernardino Campi, dal quale ereditò nel 1576 l’intera bottega e ne sposò anche la nipote. Ovviamente non ha appreso l’arte pittorica solo dal maestro, ma ha osservato tutto quello che accadeva nella sua città, ad esempio sono visibili le influenze di Bernardino Gatti e dei fratelli Campi, ma anche quello che succedeva fuori Cremona. In particolare mi riferisco a Correggio, com’è noto, ma anche a pittori come Tiziano e Veronese e sicuramente anche ad artisti centro italiani, soprattutto Barocci. L’attenzione verso l’Italia centrale si nota ancor di più nella produzione grafica, che dalla metà degli anni Novanta del Cinquecento diventa più forte e dai volumi più importanti.

Nel libro si spiega quanto sia stata importante la bottega: cosa si intende? Come funzionava al suo interno?

Il sistema della bottega è sicuramente molto complesso: Malosso eredita la bottega nel senso fisico di negozio da Bernardino Campi, ma inizialmente opera da solo e questo è dimostrato da alcuni documenti che raccontano di lavori lasciati incompiuti per molto tempo prima di essere terminati. Dalla metà degli anni Ottanta, dopo alcune polemiche in merito a questi ritardi, Malosso dev’essersi organizzato con aiutanti e allievi. Questo si percepisce sia dalle opere prodotte, che dimostrano una iniziale disomogeneità qualitativa, sia dai documenti d’archivio che ci parlano di allievi, garzoni e aiutanti. Nel pieno dell’attività, quindi diciamo dalla metà degli anni Novanta in poi, il funzionamento doveva essere questo: il maestro produceva dei disegni che in gran parte servivano o per essere copiati dai discepoli con lo scopo di imparare l’arte grafica e uniformarsi al suo stile, o in preparazione alla realizzazione delle opere pittoriche. Nel secondo caso i disegni venivano spesso affidati agli allievi già formati per realizzare il dipinto in assenza del maestro, ma sempre con la sua supervisione, soprattutto quando era impegnato in altre opere. L’esempio più eclatante è collocabile tra gli anni 1598 e 1601, periodo in cui Malosso era impegnato con la sua bottega nella realizzazione di tre cicli di affreschi contemporaneamente, a Cremona, Salò e Piacenza: questo sarebbe stato impossibile senza una considerevole quantità di aiuti. In sostanza però la forza del Totti è stata proprio questa: formare tanti allievi in grado di uniformarsi al suo stile, che tanto piaceva ai committenti, per produrre una quantità di opere considerevole.

Hai un’opera preferita e una di cui proprio fatichi a parlare?

Non posso dire di avere un’opera preferita in senso assoluto, ma ricordo che quando ho iniziato ad andare in giro per vedere le opere del Malosso per scrivere la tesi specialistica (quindi tra 2008 e 2009), una mi ha emozionata più delle altre quando me la sono trovata davanti. Si tratta della Madonna col Bambino, san Gerolamo e santa Cecilia, una pala d’altare firmata e datata 1604, oggi collocata nel refettorio della chiesa di San Pietro al Po a Cremona, ma proveniente dalla chiesa di Santa Lucia. Non è una tela particolarmente bella rispetto alle altre, né si distacca dalla produzione standard del Trotti, anzi, ne rispecchia perfettamente tutti i caratteri distintivi. Ricordo che non smettevo di fare fotografie, ero affascinata dalla firma scritta con una splendida grafia, dal volto-ritratto del santo in contrasto con quello altamente stereotipato della santa, dagli strumenti musicali…un po’ tutto insomma! Parlo sempre volentieri di tutte le opere del Malosso, anche quelle considerate meno belle, perché è giusto essere oggettivi ed è quindi necessario indagare anche le cadute qualitative per comprenderne le motivazioni.

Madonna col Bambino, san Gerolamo e santa Cecilia

Per chi volesse ascoltare le parole della dottoressa Poltronieri ecco a questo link un interessantissimo contributo rilasciato a Jacopo Rossetti!

Pubblicato da Roberta Lilliu

Il Vademecum del turista casuale nasce da un' idea di Roberta Lilliu, storica dell'arte. Dopo aver concluso i suoi studi e avendo constatato che quello che la incuriosiva era ancora tantissimo, ha deciso di continuare a studiare in modo irregolare. Attualmente collabora con la Proloco di Soncino e la Terza Università della CGIL di Bergamo, ha collaborato con il Castello di Malpaga e la rivista Valle dell'Oglio Magazine