La Festa del papà in Arte tra sacro e profano

Martedì 19 marzo è la Festa del papà e le opere che raffigurano padri putativi e naturali si sprecano: san Giuseppe è stato spesso rappresentato da moltissimi artisti di diversa cultura artistica e il Turista casuale, in questo breve contributo, vuole parlare di lui, concludendo con una figura profana, Amilcare Anguissola, padre lungimirante di Sofonisba, pittrice di fama.

San Giuseppe viene rappresentato spesso sia quando viene scelto come sposo dalla Vergine Maria, sia durante la sua morte terrena, circondato dagli angeli e dalla sua famiglia, e nelle Sacre Conversazioni, in cui spesso è rappresentato con i suoi attributi iconografici: il bastone fiorito e gli attrezzi da falegname.

Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria San Giuseppe, sant'Anna e la Vergine Maria  che tiene in braccio Gesù Bambino
Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria, San Giuseppe e sant’Anna. Fonte:https://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/C0050-00517/

Nel primo dipinto preso in esame, in cui è rappresentato il Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria con san Giuseppe e sant’Anna, si può notare un san Giuseppe identificato come un uomo molto più anziano rispetto alla Vergine, come da tradizione molto diffusa in ambito europeo.In questo caso non sono visibili i suoi attributi iconografici ma è molto probabile che l’identificazione con il padre putativo di Gesù sia corretta vista la presenza sia della sua sposa sia di sua “suocera”, sant’Anna. Molto spesso quest’ultima viene rappresentata insieme alla figlia e a Gesù, come fecero già Masaccio e Masolino da Panicale nella famosissima Sant’Anna Metterza degli Uffizi. L’autore di questo dipinto, conservato all’Accademia Carrara di Bergamo, è stato uno dei tanti pittori bergamaschi emigrati a Venezia fra Quattrocento e Cinquecento e che, a differenza di Palma il Vecchio e Andrea Previtali che tornarono sui loro passi, decise di rimanere nella città lagunare. Vincenzo Galizzi da Santacroce, che con tutta probabilità non era parente del più famoso Girolamo da Santacroce, risulta essere morto negli anni Trenta del Cinquecento e dimostra di aver interiorizzato il linguaggio artistico veneziano: i personaggi si trovano all’aperto, in una campagna che ricorda moltissimo gli scorci agresti delle opere dei Bellini e di Giorgione.

Sposalizio della Vergine, tarsia lignea realizzata da fra Damiano Zambelli. Fonte:https://www.treccani.it/enciclopedia/girolamo-da-santacroce_%28Dizionario-Biografico%29/

La prossima opera è qualcosa di particolare, perché il Turista casuale non si è mai occupato (purtroppo) di questo tipo di manufatti: si tratta di uno stallo del coro della demolita chiesa di Santo Stefano a Bergamo e che venne rimontato nella chiesa dedicata a San Bartolomeo e Santo Stefano in Città Bassa. Questa chiesa, come la demolita, era la sede dei Domenicani di Bergamo e fra Damiano, come era conosciuto, faceva parte di questa congregazione. Lo si trova attivo anche in altre chiese domenicane, come nella chiesa di San Giacomo a Soncino: sicuramente un argomento interessante da approfondire, perché può dire tanto sulle maestranze interne ed itineranti dell’Ordine Domenicano. Nella tarsia, che rimanda ad un immaginario bramantesco, sotto l’arco a tutto sesto frontale rispetto all’osservatore, si possono scorgere la Vergine e san Giuseppe, rappresentato come un uomo giovane, che tiene la verga fiorita in mano: sarebbe stata infatti la sua a fiorire, nonostante i pretendenti il cui bastone invece non era fiorito.

Ritratto di Amilcare Anguissola con i figli
Sofonisba Anguissola, Ritratto di famiglia. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Sofonisba_Anguissola

L’ultimo dipinto rappresenta un uomo davvero controcorrente per l’epoca in cui ha vissuto, perché al posto di considerare le sue figlie come merce di scambio in matrimoni combinati con la nobiltà cremonese, le ha fatte studiare e addirittura la sua figlia più famosa, Sofonisba Anguissola, ha avuto la possibilità di andare a bottega dal pittore emiliano Bernardino Campi. Amilcare Anguissola apparteneva al ramo cremonese della famiglia piacentina degli Anguissola, era un amatore d’arte e un disegnatore amatoriale: le sue cinque figlie hanno avuto modo di imparare a leggere, scrivere e disegnare, alla pari del fratello Asdrubale. Il Turista casuale vuole ricordare questo uomo straordinario con il ritratto eseguito dalla figlia Sofonisba: dei partecipanti a questa conversazione privata è l’unico che ci rivolge lo sguardo, come se stesse per parlare con la figlia che lo sta ritraendo. Il dipinto è stato concepito per Casa Anguissola: le atmosfere sono calde e confortevoli, i personaggi rappresentati dimostrano di essere a loro agio. Quest’opera è sicuramente la prova della bravura di Sofonisba e del fiuto di Amilcare, che aveva creduto nelle capacità della figlia.

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Pubblicato da Roberta Lilliu

Il Vademecum del turista casuale nasce da un' idea di Roberta Lilliu, storica dell'arte. Dopo aver concluso i suoi studi e avendo constatato che quello che la incuriosiva era ancora tantissimo, ha deciso di continuare a studiare in modo irregolare. Attualmente collabora con la Proloco di Soncino e la Terza Università della CGIL di Bergamo, ha collaborato con il Castello di Malpaga e la rivista Valle dell'Oglio Magazine