La Pasqua in immagini: alcune letture d’opera

Anche quest’anno la Pasqua è arrivata: festa più importante del mondo cristiano, gli avvenimenti principali della Settimana Santa sono stati rappresentati da moltissimi artisti secondo moltissime modalità e in tempi diversissimi fra loro, da autori di comprovata capacità e da altri tecnicamente un po’ più scarsi, in edifici di grandi città e in piccoli oratori di provincia.

Il Turista casuale durante le sue escursioni ha incontrato spesso rappresentazioni del genere ed oggi, in questo piccolo post dal tema pasquale, vuole concentrarsi sulla rappresentazione degli eventi del Triduo, ossia i tre giorni che precedono la Resurrezione di Cristo.

Discesa al limbo e Lavanda dei piedi, affresco del Romanino in Santa Maria della Neve a Pisogne. Fonte:https://www.alamy.it/lavanda-dei-piedi-affresco-gerolamo-romanino-1534-pisogne-bs-pieve-di-santa-maria-della-neve-image556951628.html

Il Giovedì Santo si ricorda Gesù che lava i piedi ai suoi Apostoli prima di consumare insieme la Cena: nel 1534 Romanino affresca nella chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne le Storie di Cristo e in uno dei riquadri è rappresentata, accanto alla Discesa al limbo, la Lavanda dei piedi: il nostro autore, considerato dalla critica uno dei massimi esponenti insieme a Moretto e Savoldo della Scuola Bresciana del Cinquecento, nella piccola chiesa camuna è libero di sviluppare al massimo il suo linguaggio anticlassico dalle forti influenze nordiche, assimilate grazie alla diffusione delle stampe duereriane. Se in altri contesti il linguaggio a volte popolaresco di Romanino non è stato apprezzato dai committenti, a Pisogne non è solo gradito ma è portato ai suoi massimi esiti. La sua parlata si fa dialettale, la quotidianità entra nella rappresentazione e la monumentalità michelangiolesca conosciuta ai tempi del cantiere del duomo di Cremona viene declinata in un modo del tutto locale. È questo l’insieme di elementi che ha fatto scrivere a Giovanni Testori che Santa Maria della Neve è

La Cappella Sistina dei poveri

Chi volesse approfondire, il Turista casuale consiglia la lettura di Sotto il cielo del Romanino.

Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari in Santa Maria della Passione a Milano. Fonte: https://www.lucchinirestauri.it/portfolio/ultima-cena/

L’Ultima Cena è uno dei soggetti più gettonati e il Turista casuale ne ha incontrati parecchi nel suo percorso: in questo post però vuole parlare di un’Ultima Cena apparentemente distante, quella che viene realizzata da Gaudenzio Ferrari fra il 1541 e il 1542 e conservata nella chiesa milanese di Santa Maria della Passione. Il pittore piemontese va oltre la canonica iconografia che vuole tutti i personaggi disposti frontalmente, tranne Giuda: viene preferita un’impostazione di derivazione nordica, in cui i commensali si siedono intorno al tavolo, mostrandoci le spalle. Nel caso dell’Ultima Cena del Ferrari il fulcro della rappresentazione è il volto del Cristo, serio e drammatico, perché ha appena rivelato il tradimento di Giuda e nonostante si vada oltre all’impostazione del Cenacolo vinciano, in quest’opera si può osservare un elemento che rimanda al capolavoro di Leonardo: la gestualità dei commensali che serve a rappresentare la concitazione del momento. L’innovativa impostazione ha successo anche in provincia, come dimostrano gli analoghi soggetti di Giovan Battista Moroni nella chiesa parrocchiale di Romano di Lombardia e quella conservata dai fratelli Antonio e Vincenzo Campi nella parrocchiale di Fontanella.

Controfacciata del duomo di Cremona. Fonte: https://www.cattedraledicremona.it/opera/controfacciata/

Non si può concludere questo piccolo post non parlando della Crocifissione e Resurrezione di Cristo e sicuramente la controfacciata del duomo di Cremona non può che rappresentare un utile compendio: nella parte centrale della parete il Pordenone realizza la Crocifissione, alla destra di chi guarda si trova la Deposizione e a sinistra la Resurrezione, opera di Bernardino Gatti. La Crocifissione e la Deposizione, realizzati nel 1521, rappresentano gli esiti degli studi compiuti a Roma dal nostro autore, che si aggiorna sul linguaggio michelangiolesco. La grandiosità della scena è rappresentata dalle tre croci, che non sono frontali rispetto a chi guarda e la drammaticità della scena è restituita dal movimento dei due ladroni, che si contorcono sul legno. Sullo sfondo si distinguono le Pie donne che cercano di fare rinvenire la Vergine svenuta e moltissimi soldati, vestiti secondo il costume contemporaneo all’autore. Questo estremo dinamismo è compensato dalla staticità della Deposizione, che secondo il Turista casuale è davvero interessante: la tridimensionalità del corpo del Cristo deve essere stato qualcosa di eccezionale agli occhi dei pittori locali, tant’è che Giulio Campi la riporta nell’affresco dell’arco trionfale della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Soncino quasi un decennio dopo. La Resurrezione di Cristo, opera di Bernardino Gatti detto Sojaro, padre di Aurelio, è stata realizzata nel 1529: l’affresco riprende la tridimensionalità del Pordenone ma rimanda anche ad un immaginario più arcaico, con la scelta di un fondo dorato, simbolo della manifestazione divina.

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Pubblicato da Roberta Lilliu

Il Vademecum del turista casuale nasce da un' idea di Roberta Lilliu, storica dell'arte. Dopo aver concluso i suoi studi e avendo constatato che quello che la incuriosiva era ancora tantissimo, ha deciso di continuare a studiare in modo irregolare. Attualmente collabora con la Proloco di Soncino e la Terza Università della CGIL di Bergamo, ha collaborato con il Castello di Malpaga e la rivista Valle dell'Oglio Magazine