Orzivecchi e la storia della pieve di Bigolio

Tempo fa ho parlato della fortezza di Orzinuovi, centro importantissimo sotto il dominio della Serenissima fondato nel 1193 sulla sponda bresciana del fiume Oglio: per me, per molto tempo, questa cittadina è sempre stata una sorta di confine che poi apriva ad un territorio completamente inesplorato, la Bassa bresciana. Ricordo che già da piccola il toponimo mi incuriosiva moltissimo e mi portava a supporre che se ci fosse un’Orzinuovi, doveva esserci anche un’Orzivecchi e questa mia curiosità è stata in parte soddisfatta in tempi recenti, quando ho dovuto preparare una serie di lezioni sulle fortificazioni del fiume Oglio.

Pianta di come doveva essere la pieve di Bigolio prima dei successivi rimaneggiamenti

Nel piccolo volume realizzato dall’Assessorato alla Cultura del comune di Orzinuovi si parla della pieve di San Lorenzo di Bigolio, che nel Medioevo aveva sotto le sue dipendenze un vastissimo territorio comprendente i villaggi di Ludriano, Roccafranca, Orzivecchi, Pompiano, Gerolanuova, Coniolo, Pudiano e Orzinuovi. La pieve, il cui toponimo dovrebbe essere la corruzione di Borgo Oglio, è stata probabilmente fondata nel V secolo, ma viene citata nei documenti solamente a partire dal 1120, e cesserà di avere un ruolo importante nella diocesi quando nel 1383 i suoi diritti e privilegi saranno spostati nella chiesa orceana di Santa Maria Assunta, San Bartolomeo e San Giorgio, perché i Canonici ritenevano il luogo non sicuro, in quanto non protetto da fortificazioni, come invece lo era la chiesa di Orzinuovi. L’attuale edificio, che solamente nel 1940 è tornato ad essere chiesa sussidiaria di Orzivecchi, è stato fortemente rimaneggiato e recentissimi scavi archeologici hanno dimostrato, oltre all’antichità del sito, il fatto che la chiesa sia stata ri-orientata, in quanto la zona absidale si trovava dove attualmente si trova la facciata della chiesa. Davanti alla fondazione romanica si estendeva un grande portico e sul sagrato sono state ritrovate le fondamenta del battistero, demolito in seguito, ed utilizzato come cava di materiale edile. Nel campanile infatti e in alcuni tratti dei muri perimetrali della chiesa si vedono delle pietre bianche, differenti dal mattone e dal borlante che caratterizzano la trama muraria dell’edificio. Una formella in cotto del 1586 testimonia i lavori di riqualificazione della chiesa, eseguiti da tale Giovanni D’Usoli di Comezzano. Sempre in questo secolo i Francescani si trasferiscono nella pieve, costruendo il cascinale che è ancora visibile a sinistra della facciata. Sempre durante gli scavi sono state rinvenute diverse sepolture, sia di epoca romana che di epoca medievale, collocate presso la parete settentrionale e sotto il portico poi demolito. E’ possibile ipotizzare che quest’ultima tomba appartenesse a qualche personaggio importante della comunità.

Tomba alla cappuccina ritrovata sul fianco nord della chiesa

All’interno della chiesa, che conserva l’altare che un tempo si trovava nell’oratorio dei Disciplini di Orzivecchi, non è rimasto niente che possa testimoniare l’importanza del luogo, se non una formella in cotto incassata nel muro settentrionale, in passato riccamente decorata, che rappresenta la Dormitio Virginis. Questo manufatto è stato realizzato secondo la critica dal Maestro degli angeli cantori, scultore e modellatore d’argilla attivo nella provincia di Brescia nella seconda metà del Quattrocento. Rimane la curiosità: la ricerca da parte degli archeologi va avanti e le nuove scoperte serviranno a tratteggiare in modo più definito la storia di un luogo ancora in parte avvolto nel mistero, ma che merita attenzione, così come la merita l’intero borgo di Orzivecchi, che con il suo oratorio dei Disciplini e la sua chiesa parrocchiale non ha niente da invidiare a centri più grandi.

Dormitio Virginis, Maestro degli angeli cantori

 

Per saperne di più

  • Folli, Maria Carla, Motta, Timoteo, Tesori orceani. Guida alle bellezze di Orzinuovi, La Compagnia della Stampa Massetti Rodella, Roccafranca, 2011, p. 9.
  • http://www.comune.orzivecchi.bs.it/istituzionale/la-pieve-del-bigolio

Pubblicato da Roberta Lilliu

Il Vademecum del turista casuale nasce da un' idea di Roberta Lilliu, storica dell'arte. Dopo aver concluso i suoi studi e avendo constatato che quello che la incuriosiva era ancora tantissimo, ha deciso di continuare a studiare in modo irregolare. Attualmente collabora con la Proloco di Soncino e la Terza Università della CGIL di Bergamo, ha collaborato con il Castello di Malpaga e la rivista Valle dell'Oglio Magazine

2 Risposte a “Orzivecchi e la storia della pieve di Bigolio”

  1. grazie Roberta. sono molto contento che Orzi-Vecchi ti sia piaciuto.
    seguici ancora perchè il giorno 8 giugno sabato , sarà indetta una conferenza archeologica molto importante proprio presso la pieve. Sarà finalmente svelato l’importantissimo ritrovamento archeologico…ciao
    Giuseppe Busetti

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