Quello strano legame fra i Rammstein e Cluny

Dopo aver preso spunto da una canzone dei Sabaton per parlare della diaspora del Manierismo, post che se siete interessati potrete leggere qui, il turista casuale ci ha preso gusto e ha passato questa estate siccitosa a spulciare video metallari, cercando qualche aggancio con la sua materia di studio. La ricerca è stata faticosa ma anche divertente, perché il turista casuale ama la musica brutale, e dopo varie sessioni è pronto a proporre alla vostra attenzione questo bellissimo video dei Rammstein:

Si tratta di un video difficile da capire, se si vuole, ed esistono diversi siti in cui questo viene analizzato. Il turista casuale si è rifatto all’esegesi proposta dal sito www.metalgermania.it, di cui si allega il link.

Nel post viene spiegato che i Rammstein hanno voluto raccontare degli episodi della storia tedesca e alcuni, per uno storico dell’arte, sono davvero molto importanti, come il periodo fra le due guerre mondiali che vede la nascita della Repubblica di Weimar, momento politicamente ed economicamente molto complicato che però è stato fondamentale per l’evoluzione del linguaggio artistico tedesco, visto che è stato il periodo di attività del Bauhaus. Quello che però ha colpito di più l’immaginazione del turista casuale è la scena in cui i monaci mangiano sul corpo della personificazione della Germania. Leggendo l’analisi di cui sopra, l’autore del post cita l’abbazia di Cluny, importantissimo centro monastico borgognone nato nel X secolo, che al culmine della sua potenza aveva dipendenze anche in Germania. A differenza degli altri monaci benedettini, l’ordine cluniacense, fautore di una vera e propria riforma, poneva al centro della sua attività monastica la preghiera, lasciando le incombenze materiali ai servi del monastero. Di conseguenza, anche le architetture della chiesa madre e delle chiese dell’ordine sparse non solo in Francia ma anche in Nord Italia, Spagna e Germania, avevano sviluppato maggiormente la zona del coro, appunto la sede principale dell’attività primaria dei monaci. Questi ultimi erano tutti appartenenti a famiglie nobili, che spesso si erano prodigate in nuove fondazioni, sottoposte come l’abbazia borgognona alla diretta giurisdizione papale e senza nessun tipo di vincolo con le diocesi locali.

Ricostruzione di Cluny III. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Cluny

Si è detto sopra che anche nel Nord Italia vi sono state fondazioni cluniacensi: il turista casuale propone la lettura dell’interessante volume di Paolo Piva, Le chiese cluniacensi, in cui viene delineato il quadro storico e le motivazioni che hanno portato alla nascita di queste realtà, alcune ancora esistenti sul territorio e ancora attive. Anche nel caso delle fondazioni lombarde si aveva un donatore laico, spesso appartenente alla nobiltà feudale, che poi abbracciava la vita monastica nel monastero da lui stesso fondato. Un esempio è sicuramente Alberto da Prezzate, nobile longobardo fondatore del monastero di San Giacomo di Pontida, che intrattenne relazioni importanti anche con l’abate Ugo di Semur.

Pontida, nella Valle San Martino, non è l’unico sito cluniacense della provincia di Bergamo: anche nella vicina Sotto il Monte Giovanni XXIII, in località Fontanella, si trova il Priorato di Sant’Egidio, probabilmente fondato dallo stesso Alberto da Prezzate. Spostandosi verso la Valcavallina, nel comune di San Paolo d’Argon, si trova la bellissima chiesa e il complesso monastico di San Paolo, le cui le fattezze medievali rimangono nascoste dalla più recente architettura barocca. Interessante fin dove può arrivare la musica, non è vero?

Pubblicato da Roberta Lilliu

Il Vademecum del turista casuale nasce da un' idea di Roberta Lilliu, storica dell'arte. Dopo aver concluso i suoi studi e avendo constatato che quello che la incuriosiva era ancora tantissimo, ha deciso di continuare a studiare in modo irregolare. Attualmente collabora con la Proloco di Soncino e la Terza Università della CGIL di Bergamo, ha collaborato con il Castello di Malpaga e la rivista Valle dell'Oglio Magazine